mercoledì 29 agosto 2007

Bruxelles indaga Roma sugli sconti fiscali garantiti alla Chiesa



Gli sconti fiscali garantiti dal governo italiano alla Chiesa cattolica non piacciono a Bruxelles. Dove ieri è stato confermato che è in partenza una richiesta di «ulteriori chiarimenti» sulle concessioni che permettono non solo l’esenzione dall’Ici per le proprietà immobiliari ecclesiastiche, ma anche robusti tagli ad altre imposte - per gli esercizi commerciali legati alla Chiesa - con un mancato introito annuale, per il fisco, di quasi 400 milioni di euro.

La notizia, fatta trapelare dal quotidiano britannico Guardian, ha trovato ammissione ufficiale nelle parole del portavoce della commissaria alla Concorrenza Neelie Kroes, Jonathan Todd. Che ha rivelato ieri come una lettera formale era stata inviata a Roma nel mese di giugno; una risposta del governo Prodi è arrivata, ma la si ritiene «insufficiente nei chiarimenti» precedentemente reclamati. Così da spingere la Commissione a reclamare «un surplus di informazioni». Sempre che poi non debba partire una vera e propria inchiesta «per aiuti illegali di Stato».

Su quest’ultimo punto c’è ancora nebbia fitta: «Non abbiamo ancora preso la decisione se aprire o no una inchiesta» ha fatto sapere Todd. Per il quale, comunque, è più che naturale il passo compiuto in direzione dell’Italia «dato che in ogni settore dove ci sono attività economiche esiste il rischio di distorsioni del mercato».

Il portavoce della Kroes ha poi ammesso che la richiesta di chiarimenti spedita a Roma ha preso il via a causa di segnalazioni giunte proprio dall’Italia sui tavoli della commissaria alla Concorrenza. Nomi? Non ne ha fatti: «È la regola per proteggere chi presenta denunce, per evitare eventuali rappresaglie da parte di competitori, anche se dubito che la Chiesa cattolica faccia rappresaglie», s’è limitato a osservare Todd. Ma nei palazzi di Bruxelles si parla di almeno una decina di segnalazioni in partenza dall’Italia, tra le quali si dà per certa quella di Maurizio Turco, già eurodeputato della lista Bonino e attualmente vicepresidente vicario a palazzo Madama, eletto nella Rosa nel pugno.

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